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Non c'è proprio niente da fare

Ultimo Aggiornamento: 14/11/2019 19:16
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Città: MILANO
Età: 27
Sesso: Maschile
14/11/2019 19:13

Si può risolvere qualsiasi problema nella vita, tranne uno. Ed è un problema prettamente maschile. In un'epoca in cui, per fini squisitamente commerciali, le più inequivocabili cesse a pedali vengono ugualmente valorizzate con le varie campagne body positive e di self-acceptance, i maschi considerati non attraenti ( forse perché lo sono ) e senza un gonfio portafoglio si stanno arenando come balenotteri sulla spiaggia della vita, boccheggiando, sapendo che dovranno lavorare, ma lavorare non per vivere: per sopravvivere, considerandosi financo fortunati per aver trovato lavoro, quel lavoro che dovrebbe essere, anzi è costituzionalmente un diritto, ma non lo è in realtà - più o meno come non si ha diritto per nascita a molto altro, come la felicità, no, niente spetta di default, dipende dalle tue ossa facciali, alla fine dei conti- . Quei maschi schiavi moderni sotto scacco dovranno quindi tirare il carretto, dannarsi a morte per ottenere in compenso stipendi e paghe da fame, stress, frustrazioni da ogni dove e, se va bene, una "cessa" non conforme con la quale convolare a una relazione di facciata, senza trasporto né vero sentimento, un gentlemen agreement tra falliti che è un nodo a scorsoio a tempo per il maschio, condannato prima o poi a corna, chiusura del rubinetto da parte di colei ( ci siamo capiti ) e dulcis-in-fundo lo spettro di una probabile separazione coniugale dalla quale fatalmente ne uscirà con le ossa sbriciolate, stritolato da assegni di mantenimento spesso sproporzionati che, a volte, costringono alcuni poveri cristi a ridimensionarsi economicamente al punto di imbarbonirsi dentro una vettura per sovvenzionare una porca ex moglie che magari ha, aveva già, un suo reddito spesso persino maggiore di quello dell'ex marito. Questa donna-tipo, compresa nella fascia appena sotto la modella e poco sopra una scorreggia rancida, beneficerà oltretutto del tetto coniugale e avrà al contempo già ripreso, qualora l'avesse interrotta, la sua carriera di sborratoio a uso e consumo dei maschi " piacenti " che essendo molto spesso poligami non disdegnano botte qua e là a chiunque basta che respiri così da campare di espedienti - es. pasti gratis a casa da quella che crede di essere la sua unica " fidanzata " - e vivendosela alla grande lontani dalle ansie del vivere moderno. Questa ultima tipologia di uomo attua un comportamento da Dandy ma è socialmente accettato e considerato un furbo e uno che "sa vivere". Se lo stesso modus vivendi viene però applicato da un "cesso" trattasi di comportamento da parassita fallito. Ci sono due pesi e due misure tarati su un parametro che sfugge al controllo del singolo, perché è molto difficile credere ed accettare l'idea che la tua fortuna nella vita dipenda essenzialmente da qualcosa su cui non hai e non avresti mai o quasi potuto avere controllo: il tuo livello estetico. Tutto, praticamente, dipende da quello. La fortuna o sfortuna del singolo passa per la sua faccia, nel caso di un uomo e... non c'è soluzione, non c'è proprio niente da fare. La soluzione più banale ed immediata, farsi rifare, è costosa e non alla portata dello sfigato-tipo, che essendo tale, spesso è anche un pezzente, perché le sfighe viaggiano a "pacchetto". Spesso molti sono considerati brutti in realtà sono solo sfigati non accettati in quanto sfigati, direbbe qualcuno. L'altra scuola di pensiero sostiene che l'essere sfigato è un connubio tra situazioni sfavorevoli marcate dal Bias della bruttezza: sei brutto perché sei sfigato o sei sfigato perché brutto? Quand'è che un uomo può essere considerato brutto? Cosa deve avere che non va come caratteristiche per giustificarne l'odiosa e immonda etichetta? Basta poco o ce ne vuole per essere bollati come cessi? Queste domande sono soggette a risposte ambivalenti e spesso viziate da ipocrisia e quieto vivere. Conta anche la fortuna? Sì. Ma che esistenza è, quella di un uomo che deve pregare di aver fortuna in mille risvolti senza poter davvero decidere la propria vita, che è quindi sacrificabile al " Caso " ?
[Modificato da Saverio96 14/11/2019 19:16]
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