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Prefazione e pagina #1 del mio libro autobiografico " Mostro " che Houellebecq levati proprio...

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2019 01:38
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Città: MILANO
Età: 27
Sesso: Maschile
10/06/2019 03:15

" ...Buonasera dottore. La chiamiamo in quanto sta accadendo un macello qui in clinica. Un signore sta dando in escandescenze, grida, lancia sedie, tavoli, piange, ansima, sta mettendo a ferro e a fuoco l'intero piano, sembra posseduto dal demonio, la prego, mi hanno detto che è stato un suo paziente, forse a lei dà retta, venga quanto prima, la supplichiamo... "
Questo è il messaggio che ricevetti da un'infermiera della clinica psichiatrica, lasciai la mia cara moglie a letto nel bel mezzo di un amplesso, mi rivestii velocemente, presi le chiavi del mio Cayenne e mi diressi in tutta fretta verso quel macello. Pioveva, non potevo certo correre in auto come mio solito, quando c'erano dei casi di chiamate di emergenza. Stavo quasi per investire un barbone vicino ad un semaforo e tutto trafelato giunsi davanti all'ospedale, lasciando l'auto come capitava e precipitandomi a piedi al sesto piano, dato che l'ascensore era in manutenzione, dove stava avvenendo quel " macello ".
Ho trovato il ragazzo, il signor Manzo, rannicchiato in un angolo di un corridoio, come un cane bastonato. Era anche ferito alle mani e a un polpaccio, perdeva sangue, poco, ma lo perdeva. Tutto intorno un fracasso di sedie, tavoli, articoli medici, cateteri, pappagalli, siringhe, il tv color, il telefono, di tutto. A vederlo così, credetemi, nessuno avrebbe scommesso un centesimo che un tipo così possa aver ordìto quel casino che mi avevano riferito nel messaggio su whatsapp e che vedevo coi miei occhi di persona, in quel corridoio.
Vivisezionai con lo sguardo la squadra delle infermiere che mostravano un' espressione assurda, a metà tra la paura e il compiacimento. Non saprei descrivere come mi sono sentito in quel momento, quasi preso per il culo. Sentivo in lontananza ridere due altre infermiere e girandomi verso esse notai che stavano scimmiottando bambinescamente parodiando quello che secondo me stava blaterando il ragazzo durante la crisi. Due colleghi maschi erano il loro pubblico, e ridevano con le lacrime.
Mi rivolsi alla qui presente Maria Luisa Bottala, caporeparto, che rischiarandosi la voce e mordendosi quasi le labbra, come se stesse facendo uno sforzo immane per restare seria, mi spiegò cosa era accaduto, anzi cosa potesse avere scatenato quella " furia ". Mi disse che il ragazzo, senza che nessuno lo avesse stuzzicato in minima maniera, si sarebbe alzato dal letto tarantolato, ballando dinoccolatamente, dandosi schiaffi, poi abbia comiciato a farfugliare delle frasi sconnesse, per la precisione avrebbe detto: " La bruttezza! la bruttezza della faccia! E' una disgrazia! ", ripetendo ossessivamente questo delirio e man mano lo ripeteva musicava ed enfatizzava l'assunto con un tono disperato ed isterico. Poi come se fosse completamente andato di testa ha tirato tutto l'arredo e gli oggetti della sua camera contro la vetrata divisoria che la separa dal corridoio, con una tale forza da spaccare il doppio vetro.
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