Il papiro del 30/06/2019

Giovanni Risi
00domenica 30 giugno 2019 04:17
Bullismo e bruttezza, riflessioni


Proprio oggi leggevo la vicenda di un ragazzino di Pisa colpito con un calcio ai testicoli da un compagno di seconda media, ennesima triste vicenda di bullismo che vede come vittima un giovane, anzi giovanissimo, un 12enne per l'esattezza. Prontamente la testata giornalistica ha interpellato una psicologa la quale ha delineato gli effetti che un bullismo -reiterato- può causare alla psiche di un essere umano, citando conseguenze difficilmente evitabili come ansia, abbattimento dell'umore, autoisolamento e conseguenze più o meno serie a medio/lungo termine, a seconda della sensibilità della vittima. Si pone l'accento sulla variabile "sensibilità" del bullizzato nell'insorgenza di problematiche psicosomatiche legate all'essere stati trattati di merda, come fosse un difetto - ulteriore - essere sensibili. Bene.

Ancor più naturale è condannare il bullo, normalmente una personalità problematica, cresciuta spesso in un ambiente ove si tende con estrema nonchalance a bullizzare il prossimo ( " diverso " ) e a mancare generalmente di rispetto in tutti i modi verso chi viene ritenuto meritevole di ciò. Nella mia vita tutte le volte che mi è capitato di sentire storie in cui c'era qualcuno preso di mira o ridicolizzato, guarda caso la vittima era semplicemente inferiore esteticamente o palesemente inferiore cognitivamente, un caso? Non credo. Inoltre, il modus operandi del bullo classico viene stigmatizzato blandamente, bullizzare non è un reato specifico, o meglio lo diventa solo se entra in gioco una fattispecie violenta o apertamente lesiva della reputazione. Posso dire che io sia stato bullizzato in maniera magistrale, ossia senza che potessi fare nulla, il che è doppiamente tragico: se uno ti saluta o interloquisce con te perculando velatamente o con tono di presa per il culo non puoi fare niente, così come se qualcuno ti sorride o esprime un atteggiamento ironico o di superiorità da lontano, o ti chiama senza motivo, o ti critica a cazzo, senza un motivo. Anche questo è bullismo. Il danno lo puoi subire comunque e, soprattutto, il bullo non ha conseguenze morali reali per il fatto di bullizzare, anzi è quasi una medaglia, è un comportamento sdoganato de facto da trasmissioni televisive popolari alla Bonolis/Mammuccari ove si educa a prendere di mira e ridicolizzare i " diversi ".

Il bullismo, che sia transitorio o meno, fa male solo a chi lo riceve e non comporta nulla di particolare se non una ramanzina che suona come un " Sono ragazzi... " che suona come un'assoluzione al bullo, in definitiva. Ma andiamo alle radici del problema. Spesso ho utilizzato il termine problema con la P maiuscola in quanto non c'è peggior problema dell'essere brutti, ecco, è tutto lì. Basta essere anche semplicemente socialmente negletti a prescindere da cosa si fa e cosa si dice per subire attenzioni negative, ma dietro il bullismo vero e proprio, che è un aspetto del rigetto sociale, c'è solitamente l'inadeguatezza estetica e/o sociale delle vittime. Immaginiamo una persona che sceglie di girare nuda per strada. Sarebbe in difetto palese rispetto agli altri, in prima battuta, oltre ad essere un reato. Gli altri possono avere qualcosa a che ridire nel vedere un tale che cammina in luogo pubblico in costume adamitico. Il bullizzato però, a differenza del tale che ha scelto di girare nudo, non ha scelto il proprio stato, lo subisce e basta. Per colpa della propria bruttezza, in primis, sarà soggetto a subire quel bullismo più o meno serio, più o meno fisico, più o meno psicologico - più dannoso a volte - il quale può facilmente provocargli delle patologie mentali derivanti esclusivamente dai quei feedback negativi altrui manifestatisi sotto forma di bullismo. Però c'entra anche la propria sensibilità, è un ulteriore difetto essere sensibili, perché vive senza dubbio "meglio" un brutto - che in quanto tale subisce bullismo, più o meno serio, inevitabilmente, gli tocca - menefreghista e insensibile. Ma perché il problema principale è se il ragazzino/a è sensibile? In quanto è un'occasione commerciale: diamogli gli psicofarmaci, pagati dal SSN - quindi da tutti - e rendiamolo insensibile... meglio no?

In un mondo normale sia la bruttezza che la sensibilità sono caratteristiche innate o quasi, non è che ci si possa fare granché e si dovrebbe fare seguito alle buone intenzioni dicendo alla mò di una pubblicità progresso a reti unificate che le persone veramente per bene non si permettono di bullizzare un disabile, e il brutto è alla stregua di un disabile non riconosciuto, ohimè.

Ma, aldilà di tutte le buone intenzioni, la bruttezza individuale resta il miglior modo, infallibile o quasi, per essere estraniati ed alienati dalla vita. Ed è casuale, maledettamente rara e conduce a tutto il peggio ipotizzabile nell'esperienza di vita di un essere umano: bullismo, mobbing, negazione di dignità, di valore umano, preclusione sentimentale, esclusione affettiva, disumanizzazione nei propri confronti e nei confronti dei propri aguzzini, ansia nell'immediatezza del sentirsi nella "condizione"; depressione a lungo termine, la quale spesso soppianta lo stato ansioso occorso in prima battuta a sua volta orientato dal lutto narcisistico; ostracismo sociale, problemi di emarginazione sociale più o meno indotta - questione di sensibilità -, disoccupazione, povertà, malattie correlate allo stress causato dall'essere bullizzati, stress che diventa esponenziale in quanto viene a mancare un bisogno fondamentale dell'essere umano, il riconoscimento, il senso di appartenenza, l'amore, tutto per un qualcosa di cui non hai colpa. Da ciò può derivare - ma la causa del disagio in questione sarebbe amplificata dalla propria sensibilità, è giusto ribadirlo - rabbia, invidia, disperazione, prima o poi. Un inferno in terra, letteralmente.

L'approccio sinistroide al problema sarebbe opportuno. C'è chi già lo attua: compassione, falsa amicizia, falsa pietà sono profuse ad hoc, talvolta. Essere apertamente tutelati in quanto dei derelitti, essere considerati inferiori per legge, e lo dico per chi ha spesso parlato di pensione di invalidità per le persone veramente brutte, sarebbe la soluzione? Un riconoscimento ufficiale a mò di problema di classe sarebbe nè più nè meno una croce sulla giacca a segno distintivo. Ma meglio che niente, senza dubbio meglio dell'approccio destroide al Problema, il quale è stato posto in essere all'interno del Mostro nazista, ottant'anni fa, quando i brutti venivano di fatto soppressi. Anche oggi si parla di eutanasia per i brutti, sono loro stessi che a volte dichiarano di aver comprato il Nembutal da dubbi venditori-truffatori in Olanda ed Australia. Nembutal che mai arriverà nelle lore case. Soldi finiti nelle tasche di chi potrà godersi la vita, a maggior ragione con i bei soldi incassati.

Il discorso potrebbe ridursi persino a una lotta razziale: potremmo dire che la bruttezza, in sè, tranne casi veramente rari, i soli fra l'altro nei quali il termine bruttezza andrebbe usato, non esiste, è una gretta forma di razzismo verso i residui neanderthaliani da parte dei caucasici cromagnoidi. E' tutto lì. Chi ha stabilito che un cranio dolicocefalo sia meglio di uno brachicefalo? Chi ha stabilito che un viso largo ed armonico sia meglio rispetto a uno allungato e con mascelle strette, retruse e magari occhi "spenti"? E' la contrapposizione tra le features neanderhtaloidi e quelle cromagnoidi. Tutto qui. Ma dietro questo ambaradam c'è una volonta sordida, manovrata da chi sta molto in alto, di sfoltire la popolazione mondiale. Quale modo migliore, senza armi, senza siringhe, di far considerare brutti e quindi meritevoli di sparire dall'orbe terracqueo quegli individui che rappresenterebbero i terrestri auctoni, neanderthaliani, colpevoli di essere armonicamente inferiori loro malgrado ai cromagnoidi sorti successivamente in questo pianeta e modificati, che dico, migliorati esteticamente? Quale miglior modo di restare in pochi, eletti e carini? Eliminamo ciò che per meri fattori estetici è ritenuto inferiore e indegno. Inculchiamo il rifiuto dei meno belli, bullizziamoli, emarginiamoli, ci sarà chi si ammazza a 15-16 anni perché bullizzato, ci sarà chi non si inserirà socialmente o meglio non fatto inserire socialmente e soccomberà alla povertà, ci sarà chi impazzirà e alimenterà il business delle case farmaceutiche, ci sarà chi alimenterà i papponi dato che potrà scopare solo andando a puttane, ci sarà chi si rivolgerà ai chirurghi estetici per ottenere una faccia normale cromagnoidizzata, e la lista potrebbe continuare.

Arrivo a dire che le "turbe" epigenetiche sono state anch'esse inserite ad hoc per creare brutti anche tra chi, per genetica, sarebbe stato normale o bello. E non a caso arrivo a me, nato perfetto, che a 7 anni negli anni ottanta da un mese all'altro mi sono ritrovato miope. E tutto il resto a catena. Chissà che mi è successo, di preciso. Ma io dico che il bullismo e l'emarginazione sociale mi hanno ucciso davvero, non le mie " caratteristiche " derubricate a difetti dalla società dell'immagine. Sono inadeguato? Mi isolo. Io sono sensibile. Non sono masochista che vado in giro a subirne. Ma io non mi arrendo. Io tengo duro, con l'obiettivo di tramutare la mia genetica sabotando il sistema della banca del seme. Sai che risate. Tra pochi decenni come me ce ne saranno migliaia. Ma io l'ho fatto a difesa della biodiversità. Perché senza biodiversità una specie animale può estinguersi e io non voglio che la mia specie svanisca. Il mondo è bello perché è vario. E i miei figli sapranno cosa fare a chi li disturba, quello che la legge non fa e non potrebbe fare. Ammazzare i bulli, anzi no, menomarli e basta lasciandoli vivi a soffrire titanicamente come me, quei bulli, quei sicari meschini ed inconsapevoli di chi vuole un mondo omologato alla "norma" da loro arbitrariamente indicata o semplicemente anelata dall'istinto naturale, che mira a perseguitare la bruttezza come minaccia, triste ma ineluttabile dogma ancestrale insito in ogni mente umana animalesca. E' andata così quindi? Ma noi non siamo animali. Volevamo essere diversi dagli animali legati agli istinti crudeli ma abbiamo fallito, se io ho dovuto scrivere tutto questo e soprattutto ho vissuto questo male sulla mia pelle. L'ho preso semplicemente nel culo per un caso maledetto? Non sarebbe strano. Ma siamo tutti qui per un Caso.
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