Istintivamente, per spirito di sopravvivenza che si traveste da " coping ", si tende a non fare i conti, o a farli il più tardi possibile, con quei problemi tanto gravi e tanto inficianti per la qualità della propria vita.
Non si è pazzi, o scemi: è un meccanismo di difesa, semplice ma non di certo risolutivo, al pari di mettere la polvere sotto il tappeto, per usare una metafora. Ora, cosa dovrebbe fare chiunque abbia un problema estetico serio da comprometterne la vita sociale e affettiva? Uno: ammazzarsi. Due: intervenire. Non c'è via di uscita a questi due se non sei pieno di grana.
Se non ci sono margini per migliorare, il tipo intelligente sceglie quanto prima l'opzione 1, vedasi Marco Boni da Rovereto, di cui abbiamo parlato nel Forum, così come Michele Ruffino e tanti altri... Tipi intelligenti. Tanto di cappello per loro. Anche se le loro vicende potevano anche cambiare, teoricamente, ma col tempo, e nel mentre che gli altri vivevano e tu a casa a piangere su un Caso del cavolo che ti ha colpito duro, perdendo gli anni migliori, Dio ***** .
Altrettanto intelligenti sono quelli che optano per la soluzione 2. Ma c'è un problema, avere soldi. Intervenire deve richiamare alla mente un intervento ( o più interventi ) chirurgici mirati a risolvere l'Empasse. E non sono gratuiti, tranne casi particolari.
Ora, lo "scemo" di turno che fa? nasconde a se stesso il problema, fa finta di nulla o più o meno inconsciamente si isola dal mondo.
Io optai per la seconda opzione degli " scemi ". Prendi in saccoccia e tira avanti, col tempo si vedrà. Sì... senza che facessi nulla di concreto per "migliorare" laddove possibile e tenendo sempre conto che non sono un mostro ma un non piacente ( o comunque autistico-percepito, forse ) senza la fortuna vitale di sfangarla da non piacente o da non omologato alla schizofrenia del resto dei " pari ", all'alphismo degli altri, o che ne so.
Ma, ribadisco: non sono scemo. E' stato tutto un coping. Il coping però è caduto, il tempo è passato ed ora è durissima andare avanti. Lo faccio giorno per giorno, ringrazio Saverio l'utente che tiene vivo il forum, tiro giorno per giorno rovinato dalle Benzo che mi hanno levato l'ultima ragione di vita: la masturbazione. Prego Dio ogni giorno, la madonna e i santi ogni giorno, di farmi venire e dopo patemi e ansie infernali vengo con poco piacere. Non è più il piacere di una volta e la produzione di latte di una volta.
Potessi tornare indietro. Darei tutto. Non prendete psicofarmaci, ragazzi, MAI. Tenetevi l'ansia piuttosto. L'avessi fatto oggi starei meglio, pur depresso per la mia condizione. Ma tutto è partito da quella cosa là che inizia per b e finisce per ruttezza. Sennò mica ero depresso, sennò mica maturavo uno stato ansioso-depressivo grave. Che, attenzione: potevo maturare, mica era detto ed era automatico che patissi conseguenze psichiche dalla mia situazione esistenziale. Potevo essere "scemo", continuare ad esserlo e fare finta di nulla pur sapendo dei miei problemi e da cosa erano provocati, il tutto inconsciamente.
Giungo così alla conclusione che è meglio essere scemi o menefreghisti nella vita, in certe vite, che intelligenti e lucidi. Perché, quando ti svegli ed è tardi, inizia l'inferno. Io a un certo punto mi svegliai. Fu l'inizio della mia fine. Addio.
Ora, prendere le Benzo mi ha aiutato? No. La dottoressa del reparto di Psichiatria a me più vicino, in cui mi sono fatto la settimana bianca ( dopo la vacanza estiva per l'ernia ), mi ha detto testualmente: " Prendere Lexotan o Tavor per stati ansiosi depressivi seri è come dare lo sciroppo per la tosse a un malato di cancro ai polmoni. " E allora? che fare? Le belle parole e i farmaci non cambiano ciò che è stato e non cancellano il dolore e ciò che si è perso o mai avuto colpa di quello che so. Ma c'è una cosa, una pillola che cancella tutto. E' una supposta, dura, bella tosta che ci si spara in testa, direttamente per via epidermica tramite archibugio. Pallottola.
[Modificato da GioRisi2 04/01/2021 00:41]