Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Quelle canzoni che non si possono ascoltare, l'incubo fatto vita, l'Inferno...

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2020 07:20
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 378
Città: MILANO
Età: 32
Sesso: Maschile
25/01/2020 07:20

Parliamo di riduzione del Danno. Ogni anno, in occasione del Festival di Sanremo, sono combattuto tra ascoltarlo o meno. Nel medesimo periodo scatta in me la necessità di un coprifuoco da San Valentino e, solitamente, sto volontariamente 2 giorni offline. Per ridurre il danno. Il danno va ridotto, se non è possibile ripararlo. Per ridurlo totalmente dovrei rinnegare ogni schermo. Pensavo ciò funzionasse, ed ha a dire il vero funzionato fino a quando non sono diventato un risvegliato, pienamente conscio e consapevole del mio destino crudele. Dopo, niente è stato più lo stesso, questo risveglio traccia un prima e un dopo tanto da non capacitarmi, a tutt'oggi, come abbia fatto a dormire così a lungo, prima. Era una fortuna, dormire, ma a dire il vero so che si trattava di un sonno autoimpostomi inconsciamente che ha retto fin che ha retto. Poi la sveglia ha suonato: non c'è più tempo, quello che doveva andare male, è andato fottutamente male e ben poco salvo della mia esperienza vitale impeditami in larga parte da dei vigliacchi geni messi male. Da quel momento in poi, quel poco di buono che ho, è diventato inutile ed impedito di essere goduto davvero dall'eco brutale del mio stesso risveglio incarnatosi nella piena consapevolezza della mia sfortuna immane, dettata dal Caso. Da quel momento in avanti, non sono più riuscito a dimenticare me stesso, ogni cosa che io possa fare nell'ottica di darmi pace e sollievo è resa vana dalla velenosa colonna sonora certi pensieri, c'è quel vuoto indicibile, c'è come una spina dentro me che preme dove fa male, una sorda rabbia latente, un Perchè che però ha trovato una risposta, la quale certifica la meschinità e la cattiveria animalesca verso ciò che è reputato, a ragione o torto, debole e vulnerabile, diverso. E' l'escludere, l'emarginare. Io non sono mai stato una persona davvero sensibile, di natura. Ma a tutto c'è un limite per cui tra una cosa e l'altra lo sono diventato a furia di calci in culo ed ingiusta malevolenza, o giusta, dipende dai punti di vista. E' giusto seviziare un paperino solo perché paperino? Io lo so. Io, Cesso. Ma ce ne sono peggio di me che sessano lo stesso e non hanno visto lo schifo che ho visto io. E allora, pazzo. Sfigato. Perché? Così. Etichette che si danno, no?

Le mie feci sono ogni giorno sempre più chiare, so che è il mio fegato. A neanche 40 anni conto troppi capelli bianco latte, so che è lo stress. Sto passando alla cassa, sento che mi si sta per presentare il conto di una vita balorda priva dell'essenziale, dello scopo e dell'azione che crea la vita stessa, priva della validazione, della norma, del bene, di ristoro e di rapporti umani. Non c'è una misera luce in fondo a questo tunnel e trovo consolazione e forza giorno dopo giorno pensando che nonostante tutto questi sono e saranno i miei migliori anni se rifletto a quando verrà il giorno in cui tutto sarà volto a mettere su il pranzo con la cena, cose anch'esse non scontate e nemmeno dovute, se non sulla carta. Sarà il tempo di fare i conti con l'assenza definitiva di mia madre. Quando lei se ne andrà, per me calerà il buio e la mancanza di sostegno. Come potevo, nella mia condizione, seriamente, affrancarmi da lei? So che su di me penderà un giudizio spietato, di bambocciaggine e di Essere parassita. Giudizio già esprimibile, volendo. Non ho nessun altro e, oltretutto, io non potevo fare altrimenti. Avevo la massima necessità di ridurre il danno e allora, quel giorno, capirò sulla mia pelle oleosa che tutto il tempo che ho passato, tutta la mia vita, è stata un continuo ridurre il danno ma, da quell'istante in poi, non potrò più permettermi di poterlo ridurre e dovrò trovarmi di fronte alla prova finale, all'inevitabile faccia a faccia con i mostri di disperazione e prostratezza connessi a precarietà, miseria e sopravvivenza, letterale. Oltre a quel bisogno primario - mai goduto -, rischierò di perdere il soddisfacimento di tutti gli altri bisogni base. Sono certo che prima o poi accadrà e non troverò né aiuto né soluzioni. So benissimo che fossi stato normale esteticamente non avrei mai rischiato questa fine pur fossi stato stupido, pazzo o beta. Se la farò è giusto dire che me l'hanno fatto fare tutti coloro che mi hanno costretto a ritirarmi socialmente per ridurre il danno. Non si può pretendere di non riceverlo, il danno, no?
Certa gente dovrebbe essere punita seriamente perché il male che causano, che spesso arrecano, è precursore di molti altri a carico di poveri cristi che hanno avuto la sola colpa di essere " differenti " non certo per loro scelta. Io forse sarò, come altri, pochi in assoluto e ben segnati ed accomunati da facce simili, storie simili, genetiche assurde simili, sarò - forse - per la strada. Ci sono mille modi per evitare questa fine, mille garanzie, sulla carta anch'esse; ma, sulla scorta di ciò che ho vissuto, non so che cosa mi faranno i signori normali e cosa mi potranno togliere in nome del mio essere, di debiti pregressi o mura pericolanti. La casa c'è, i beni ci sono, ma a cosa serve una casa e dei beni fatui? Per morire di fame dentro essi? Meglio tornare animale, quale in realtà sono, e giocarmi la partita finale in una resa dei conti dal finale anch'esso scontato, negativo per me, di cui ho visto l'anteprima già mille volte e che si confarrebbe a svalutazione, non riconoscimento di dignità e risate sulla mia persona, o meglio, sull'immagine esterna della mia persona, che è quella che conta, che contava che per poter entrare nei giochi. Mi immagino trascinarmi come uno zombie assonnato che sbatte contro alberi di indifferenza o profonda pena, un martire definitivo sacrificato all'altare di una realtà materiale in cui bastava fossi stato come la stragrandissima maggior parte di tutti per avere una vita vera e degna di tal nome. Il mio è un incubo che condivido con tanti altri che non ricordano i loro alzandosi al mattino.

Io spero di non essere mai il vinto definitivo che darebbe non si sa che, non si sa cosa, per tornare indietro a quando gli incubi erano solo quelli sporadici ma angosciosi di certi mattini, quegli incubi che cessano, che normalmente non si dovrebbero fare ma che io facevo come conseguenza di un incubo reale, in carne ed ossa, che dovrei chiamare a tutt'ora la mia vita, resa buia e simile a un sogno tetro, brutalmente privata del bene anzitutto colpa di una faccia da ragazzo pulito montata su un corpo da ragazzo deformato, errato, geneticamente insensato. Diverrò un disperato assoluto che pregherà per non svegliarsi, letteralmente, più. Io, quel giorno non voglio vederlo e non voglio neanche rischiare di vederlo. Non c'erano i presupposti, per me, per una vita normale e lo dico con piena cognizione di causa e chiunque non sia ipocrita può capirlo e lo capirebbe, lo intuirebbe dalla mia sola presenza. E per presenza intendo immagine costruita su materia. Non mi si dica che non ci ho provato, perché non è vero. Non mi si dica che sono debole, perché nessuno in realtà lo è, mai. Noi ci diamo etichette, scartiamo sulla base della materia, di come è composta, perché siamo materia. Tutto il resto, sono solo chiacchiere. A uno come me negherebbero e di fatto negano in base alla mia faccia ciò che mi spetterebbe, ed è successo, la vita stessa. Il diritto alla vita stessa. Tutto il peggio l'ho ricevuto, non posso dire davvero che certi incubi sono rimasti pensieri negativi e di sfiducia nel rapporto con gli altri. E so perché è successo. E' un trauma inspiegabile e non so quante volte sono stato come adesso a scrivere disperato il mio personale incubo. La vita. Io, non sono degno di averla, non sono atto a fare il vivo. Io non morirò, perché in realtà, sono sempre stato morto. E all'inferno.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:10. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com