Facente parte della nutrita schiera dei miracolati dei tempi d'oro della televisione, in cui il bighellone di turno andava ai provini e si sentiva chiedere: " Cosa sai fare...? " e se rispondeva un " Niente... " ne seguiva un " Bene, lei è assunto ".
Tempi in cui entravano cani e porci, bastava una spintarella o molta faccia tosta. Faccia tosta, quella che solo la sicurezza e l'autostima ti può dare, ma non è mai qualcosa che viene dal di dentro, è la magia data dal bell'aspetto esteriore, che ti porta su un'altro pianeta, quello degli uomini e delle donne che possono guardare dall'alto in basso i topi. I topi sono tutti gli altri, o meglio, i cessi. Ne sa qualcosa il povero Dario Vergassola regolarmente bullizzato dalla brava Simona durante i collegamenti di " Quelli che il ... Calcio ".
Questione di educazione, dirà qualcuno. Ecco, Simona non è una donna educata e la prova maestra dell'essere educati o meno è l'essere educati con tutti senza discriminazioni. Se non sei educato con tutti, se non sei rispettoso con tutti, non puoi dirti né educato, né rispettoso; fosse anche con 999.999 persone su 1.000.000 che conosci ti comporti da persona a modo ma quell'uno restante lo tratti di merda.
Il bruttofobo, la bruttofoba in questo caso, non recitava un copione seppur imbarazzante e becero, il povero Dario era vittima della maleducazione, per non dire altro, e parecchi ai tempi stigmatizzarono i comportamenti della nota conduttrice ma nulla più. Fosse successo al contrario, ossia che un conduttore uomo avesse umiliato una donna sotto la media estetica, apriti cielo.
La bruttofobia è subita prettamente dai maschi e promossa anzitutto dalle donne con la collaborazione zerbinante dei maschi sopra soglia minima di accettazione estetica. Chi si trova sotto quella soglia, vivrà con facilità estrema la bruttofobia, con le stesse odiose dinamiche del razzismo, per non dire identiche. Non è un'offesa dare del bruttofobo: anzi, significa che a te, Simona, è andata sufficientemente bene da poter essere bruttofoba. E come te tanti altri non privilegiati, che non prendono milioni - e poi li evadono al Fisco - per dire quattro frasi messe in croce lette da un "gobbo" dinnanzi a una telecamera.
Fuori dalle telecamere la bruttofobia c'é e chi non se ne avvede è un negazionista ipocrita. Di Darii Vergassola ce ne sono non pochi. Sono una minoranza? Sì. E allora? Le minoranze vanno tutelate, fossero anche 1 su 1.000.000. Questa " minoranza " non ha una colpa, non ha di certo scelto che faccia avere. I bruttofobi sono molti di più, purtroppo. E scelgono di essere pezzi di merda scientemente trattando in modo deprecabile i "brutti". La bruttofobia è uno dei segnali che, sotto sotto, siamo rimasti animali. Altro che umani.