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Editoriale #0 del 14/09/2019

Ultimo Aggiornamento: 14/09/2019 02:46
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14/09/2019 02:39


Per alcune persone la loro esistenza supera in drammaticità il peggior incubo. E c'è chi preferisce svegliarsi uccidendosi. Il Caso ha fatto sì che per molti la vita sia un sogno, tutto sommato; per alcuni, pochi e dannati, quanto di peggio ci si possa aspettare. L'incubo si materializza drammaticamente e beffardamente tramite chi non ti aspetteresti mai, gli umani, o meglio animali della specie Homo Sapiens Sapiens, dotati sì di un cervello superiore ma di istinti pur sempre animaleschi, volti al perfezionamento istintivo della Specie. Il loro compito è guidare - indurre - gli esemplari della loro stessa specie ma deboli e geneticamente inferiori ad autodistruggersi.

La società umana è tarata affinché si porti avanti questo progetto. Bisognava fare questa premessa, per capire il caso di Giorgia, ragazza romana di soli 18 anni che si è impiccata a un'altalena di un parco giochi della borgata " Casal Bertone " ieri. Parliamo di una donna, ma malgrado le donne si siano comportate con Noi come demoni ubbidienti a quel medesimo istinto naturale di allontanare e non accogliere il geneticamente inferiore non limitandosi a ciò ma deridendo, bullizzando e umiliando al contempo, ci sentiamo di spendere due parole sottolineando che anche una ragazza può patire della non accettazione sociale fino a togliersi la vita.

Dare la colpa alla depressione è riduttivo: questa condizione psicopatologica ha origini chiare e inequivocabili, sempre riconducibili al proprio vissuto. Se sei depresso, un motivo c'è. Sono molto rare le depressioni dovute a scompensi biochimici cerebrali e insorgono sempre in tarda età.

Di solito si ammazzano gli uomini, i maschi; qualcuno disse che le donne si suicidano meno perché non arrivano a capire che si possono autoeliminare. Forse la ragazza in questione era una rara donna intelligente e, soprattutto, consapevole della sua rarità in termini di bruttezza. Sì, bruttezza. Parte tutto da lì. Le solite parole vuote di circostanza ed ipocrite piovono dagli scranni degli opinionisti di turno, suonano come sempre puntuali ogni qual volta accade un evento simile, ma mai si alza una condanna contro i veri assassini che, non ci stancheremo di dirlo, negli stessi istanti in cui Giorgia si impiccava magari ridevano parlando di lei a poche centinaia di metri di distanza nei bar, nei locali, per strada, ovunque si svolga la vita di relazione.

Quella vita di relazione che presumibilmente Giorgia non aveva e, come ha detto qualcuno, nell'età in cui si dovrebbe solo gioire lei si è uccisa. Il massimo della disumanità. Ma la colpa non è di chi è troppo fragile per sostenere la mancata accettazione sociale, no. Bisogna dire con forza che non è ammissibile, tollerabile, in una società civile degna di questo nome che chi, per colpa non propria, per un caso genetico/epigenetico non raggiunga determinati standard minimi estetici debba essere trattato di merda al punto di uccidersi. No.

Chi si trova nella norma o è stato baciato dalla genetica dovrebbe solidarizzare con i meno fortunati ma questo non avviene, anzi, viene messo in pratica il protocollo di comportamento peggiore ed infamante per chi lo riceve ma che consegna i galloni dell'infamia anche al carnefice, moralmente parlando ovviamente, perché nessuno in pratica paga le conseguenze delle loro malefatte, del bullismo che attuano. E qui che bisogna intervenire, c'è un vuoto legislativo. Ci sono metodi per bullizzare viscidi e subdoli, ma non meno dannosi, che non costituiscono reato ma che andrebbero puniti come fattispecie di stalking veri e propri. Ma non si fa nulla, al momento.

Il problema è che il bullo non si rende conto che la vita gli restituirà, sempre, il male che ha fatto. Questione di tempo. E' il Karma. E se non pagheranno pegno in questa vita potrebbero, e non è totalmente da escludere come ipotesi, pagare nelle loro successive vite. Loro che oggi vivono la vita potrebbero non viverla un domani e soffrirne nel non poterla vivere. Certo, potrebbero discolparsi dicendo di aver solo seguito il comandamento naturale e biologico di scartare l'imperfetto in maniera più o meno diretta e più o meno grave, ma c'è un problema: noi non siamo bestie, abbiamo il senno e i bulli, checché se ne dica, sanno pertanto benissimo di fare male e quindi non meritano scusanti.

Ci chiediamo cosa abbiamo fatto di male in una vita precedente noi maschi " considerati brutti - dico considerati dato che ci sono brutti come noi accettati con amici e ragazza bella, il che è un mistero, o un caso benevolo - " di così tremendo da star soffrendo titanicamente in questa nostra attuale vita di merda a cavallo di due secoli/millenni, fra l'altro epoca d'oro della disinibizione sessuale, ove la maggioranza anche se magari non se rende conto vive il paradiso in terra. Davvero. Peccato per noi, che tormento orrendo che viviamo! Ma non ci ammazziamo. Meditiamo di accelerare il giudizio di chi ci ha escluso e maltrattato ed eseguirlo personalmente bypassando la giustizia "divina", il Karma.

Analogamente, chissà quali tormenti si portava addosso Giorgia per uccidersi. Di solito si abbassano le pretese, quando si sa più o meno intimamente di essere "sbagliati", della serie: amore no, amicizia nemmeno, avrò almeno rispetto? Potrò camminare per strada senza che ogni minuto mi si ricordi in mille modi diversi di fare schifo al cazzo? No. Neanche quello.

Succede così e noi lo sappiamo bene, per esperienza. Magari Giorgia voleva solo una vita normale, con tutto ciò che al giorno d'oggi di buono ne consegue, ma essendo probabilmente caratterizzata da un aspetto sgradevole ( leggasi obesità, per una donna ) non era degna di stare con i " Normali ", quelli che non potevano di certo vederla come loro pari ma al massimo come pagliaccio, persona da allontanare e deridere.

Come si tagga una località su Instagram si tagga una persona, basta un decimo di secondo, basta mezzo centimetro di naso o di ossa facciali in meno e sei fuori, la tua socializzazione, la tua felicità, dipende solo dai tuoi connotati facciali, quelli duri, ossei.

Quello che hai dentro, dentro di te, esula dal giudizio. Non si vede. Il paradigma da privilegiare è che spesso il tuo carattere si forma in base al tuo aspetto esteriore, non il contrario.

Noi dentro stiamo male: risultato del corpo e faccia che abbiamo al di fuori. La faccia e il corpo si vedono subito, non si scampa. Non vogliamo peppie che ci dicano di lavorare su noi stessi: già fatto. E' inutile. Troppo brutti? Nossignore. Di solito quei maschi che sostengono di essere riusciti a vincere a livello relazionale nella vita dopo aver passato tribolazioni si scopre sempre e sottolineo sempre che ce l'hanno fatta solo perché " migliorati " esteticamente e/o si sono arricchiti e tanto. Daniele Penna Docet.

E se in effetti ognuno di noi è, sarebbe, solo ciò che se ne vede e non è un bel vedere ( anzi, l'opposto di un bel - o normal - vedere )?

E' la fine, o comunque un intoppo da risolvere.

Noi non possiamo arrenderci a ciò, vedere rovinata la nostra vita da un Caso negativo. Noi ci appelliamo all'articolo 3 della Costituzione. Peccato che non sia stato mai messo davvero in pratica, se non ultimamente con il famoso RDC. Inoltre, noi vorremmo una giusta rivincita e un giusto riscatto, ossia galera certa e lunga più cospicui risarcimenti per chi attua l'orrore del bullismo fisico, verbale o psicologico. Con effetto retroattivo.
C'è tanta gente, anche con i capelli ormai bianchi, che sta male ed è sotto cura psicologica per il bullismo subìto in età giovanile. Basta.

Potremmo dire che con tutti quelli che citeremmo in giudizio e che ci hanno fatto male anni fa saremmo a posto per 3 generazioni grazie ai risarcimenti danni in denaro.

Si spiega tutto ormai, basta ipocrisie e stronzate, per chi è brutto senza rimedio, o con possibilità di redenzione solo a patto di fare un bonifico sostanzioso a un chirurgo plastico maxillofacciale ( Bravo ) è il peggiore dei tempi per esistere. E andrà sempre peggio. La soluzione finale posta in atto dal mostro nazista non è diversa dall'equivalente cultura dell'odio verso chi riteniamo diverso solo per apparenza, non è differente dalla cultura dello scarto animalesca di una certa destra raccapricciante appena autodepostasi balordamente nel nostro Paese. Ma sono sempre lì, esistono ancora e più di prima, i veri mostri che ingannano con la loro appparenza di angeli. I veri mostri e demoni spesso appaiono come angeli. Dico spesso, non tutti, perché Salvini fa eccezione.

Chi per un caso maledetto non esprime la norma, chi per qualsivoglia ragione se ne distacca vive la vita come fosse in un campo di concentramento: ci sono le recinzioni e il filo spinato metaforici del rigetto altrui, ci sono i kapò sotto forma di bulli e teste di cazzo varie ( bullo e testa di cazzo dovrebbero essere sinonimi ) che fanno più male di un mitra. Un mitra ti ammazza una volta, un atto di rigetto sgraziato ed umiliante, un insulto, uno sguardo malevolo ti ammazza ogni volta che lo pensi e lo penserai, per il resto della tua vita. E c'è chi non ce la fa a sostenere questo schifo. C'è anche la "fame", perché veder negata l'accettazione sociale, con sciocche e superficiali motivazioni, veder negato l'amore e l'amicizia è affamare l'anima di una persona. Basta. Chiederemmo quanto meno il rispetto, niente bullismo, niente maltrattamenti, niente derisioni ed umiliazioni. Solo questo. Si può accettare di non piacere anche se è durissima, non si può accettare lo schifo che di solito accompagna il non piacere perché, cari signori, c'è gente che muore a 18 anni, suicida. Come Giorgia.

Assassini.




link relativo: www.viagginews.com/2019/09/13/roma-giorgia-si-impicca-18-anni-depr...




[Modificato da Saverio96 14/09/2019 02:46]
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