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" Per me è finita ". Ma è molto peggio per chi non è mai " Iniziata ".

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2019 21:58
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Città: MILANO
Età: 27
Sesso: Maschile
18/08/2019 21:58

In estate così come durante le feste natalizie il dolore degli uomini soli e single non per loro scelta si acuisce inesorabilmente. Nel bazzicare per i forum relativi alla tematica spesso si riconoscono personaggi che lamentano la loro quasi improvvisa, ma non meno dolorosa, perdita di riscontro nei confronti dell’altra metà del cielo. Si tratta di ragazzi che hanno avuto le loro storie e le loro avventure ma con il decadimento dell’età, per colpa di aver perso i capelli, per aver messo su qualche chilo di troppo etc. sono usciti dalla giostra della figa.

Ora: chi sta peggio? chi ha vissuto l’accettazione sociale e l’amore aggratis delle leggiadre fanciulle o chi per colpa esclusivamente di essere nato brutto non ha mai avuto tutto questo e mai lo avrà?

Bella domanda.

Per capire meglio chi sta peggio tra le due categorie, sono sceso sul campo e ho raccolto alcune storie di persone benestanti fino alla famosa crisi finanziaria del 2008, persone che giravano in auto costose, vivevano in attici o ville, avevano un elevato tenore di vita ma si sono ridimensionati, loro malgrado, scendendo diversi gradini della scala sociale e finendo ai limiti della povertà relativa. Ma ci sono vicende di persone che hanno fatto il percorso inverso: da poveri a ricchi.

Voi direte: e cosa c’entra l’aspetto economico con la vita relazionale/sentimentale? C’entra, c’entra.

E’ un parallelismo perfetto, specie per gli uomini.


Oggi parlo di “ Marco ”. Costui era un membro della " Jeunesse dorèe " milanese che oggi è alla soglia dei 40 anni e che incontro a un tavolino di un bar della Bovisa. Arriva con una scalcagnata Citroen C4 rossa dotata di un tamarro alettoncino e di specchietti color argento a contrasto col colore vettura. E’ sposato con " Lucrezia ", un barilotto di ciccia alto meno della sua macchina che ha oltretutto beneficiato di un lavoro di tuning alle sospensioni per cui è davvero molto bassa, tanto che se guardi il paraurti anteriore in basso c’è qualche sbucciatura della vernice che si è persa sbatacchiando sui dossi rallentatori. Ha un figlio, che piange ancora come un neonato a 7 anni di vita ed è tutto sua mamma, in quanto porta dei bellissimi occhiali con una lente catafratta allo scopo di curare l’occhio pigro.

Marco è un ex figlio di papà, nei primi anni duemila da neopatentato guidava Porsche e Lamborghini. Sul suo sedile anteriore lato passeggero hanno seduto le più belle ragazze. Quelle stesse belle ragazze si sono a loro volta sedute sul suo cazzo per amore ( crede ancora lui ). Poi Marco ha visto svanire tutto. Il padre ha perso il suo posto di manager scaldapoltrona ma strapagato in una società di servizi fallita in seguito all'effetto domino causato dal fallimento della Lehman Brothers, il che guarda caso coincise con la separazione dei suoi e, non meno traumatico, con la perdita della sua paghetta mensile di 10000 euro. Poco dopo ha perso anche i capelli. E’ stato lasciato dalla sua ultima fiamma, ultima in tutti i sensi e si è trovato dalle stelle alle stalle in pochi mesi, anche perché in famiglia spendevano e spandevano, sputtanando i soldi con tutte le futilità possibili e immaginabili proposte dalla società consumistica.

Marco viveva in una porzione di villa vicino al centro, adesso vive in un bilocale vista cortile con peruviani che vi si bucano tutte le sere. Gli chiedo se questo cambio di vita gli causò depressione e mi risponde che la sua vita, comunque, se l’è fatta e hai bei ricordi. Mentre lo dice, un colpo di vento gli scardina il basco dalla testa. I capelli sono un ricordo anche quelli. Mi mostra una foto di quando aveva 23 anni. Gli dico: “ Ma sei tu 15 anni fa ? “ , “ Sì “ mi risponde lui. Se non mi confermava fosse proprio lui non ci avrei mai creduto. Prende qualche panino che paga con i buoni pasti della ditta ove lavora come fattorino, si guarda intorno, a destra e a sinistra, poi si risincronizza col presente: guarda verso il basso e trova la moglie. La prende per mano chinandosi un bel pò dato che l’altezza corporea di solito permane con l’età, saluta tutti e se ne va non prima di aver inserito nell’accendisigari della C4 il cosino che fa riprodurre all’autoradio il rumore del motore V12 in sincrono con le cambiate del motore, così, tanto per ricordare.

Prendiamo invece " Luca ", uomo di 48 anni, assistito dal C.I.M. ( Centro d'Igiene Mentale ). Lo trovo come caduto dal soffitto su una poltrona della sala tv del refettorio dell’ex manicomio convertito in centro di aggregazione per ragazzi/e seguiti dagli psicologi dell’azienda sanitaria nazionale. Ha uno sguardo che racconta tutto di lui. Intorno a lui il vuoto, nessuno si siede nei suoi immediati pressi. Percepisci anche di spalle la sua mestizia immensa, di chi nella propria vita ha solo sofferto. Solo sofferto. Per carità, per fortuna almeno la povertà non l’ha conosciuta, ma a causa delle sue fattezze facciali non ha mai vissuto, davvero. Perseguitato sin dall’asilo, si è arenato come un capodoglio sulla vita finendo col dover evitare, dato che è stato sempre bullizzato, ogni minimo contatto sociale. I suoi genitori non capivano cosa avesse quindi l’hanno portato dagli psicologi sin da subito, dalla prima media. Eppure la soluzione a tutti i problemi di Luca stava dall’altro lato del pianerottolo: Dottor **** ********** , chirurgo plastico maxillo-facciale. Una targa grossa così appesa sul portoncino blindato dello Studio nonché fuori dal palazzo, vicino al pannello citofoni. Ma no.

Il ragazzo ha problemi psicologici, dicevano. Mica hanno capito che era la brutta faccia il problema, senza mascelle, con nasone, fronte curva e sguardo da morto. E così oggi sta lì, in quella poltrona, sapientemente messo in modo da non essere visto dai parenti degli altri pazienti, che si sono lamentati perché sulle prime si spaventavano quando lo vedevano. Anch’io tentenno nel fargli una semplice domanda, da apprendista giornalista mandato a farmi le ossa cercando storie, quindi peso con cura ogni minima parola per evitare di ferirlo ulteriormente. Ci vado adagio, con molto tatto ed empatia. “ Hai mai scopato? ”

Come se avessi chiesto al muro.

“ Hai mai scopato ? “

Niente. Poi mi diranno che probabilmente neanche mi sentiva in quanto era imbottito di psicofarmaci. Dormiva ad occhi aperti. Chiedo informazioni sulla famiglia di Luca. Mi sorprendo nel sapere che è gente che si è arricchita improvvisamente, qualche anno fa, con l'Expo' milanese. Avevano una serie di magazzini che riuscirono a vendere per svariati milioni di euro malgrado valessero poco, ma essendo stati comprati dallo Stato il loro valore decuplicò per magia. “ Ma con tutti quei soldi, il loro figlio sta qua? “ tuono io al Primario di psichiatria. Lui mi replica con aria irrisoria dicendo che “ Tanto non se li può godere “.

Marco scopava con fighe grazie ai soldi, mica per altro. Luca non ha mai scopato, neanche a pagamento e nonostante la famiglia sia diventata molto benestante non può approfittarne più.

Il padre di Marco per pagare l'assegno all'ex moglie vive in una roulotte al camping village di Via Airaghi. Non che non lavori più, lavora come Quadro ma l'assegno per la ex consorte è stato stabilito da un giudice, donna, sulla base del tenore di vita pre-tracollo finanziario. Geniale. L'ex moglie si è al contempo risposata con un signorotto ricco e se la gode, sono entrambi in Polinesia, adesso, su una palafitta da 2000 euro al giorno, racconta Marco. I genitori di Luca in questo momento sono in vacanza ai Caraibi, dice la portiera. Dicasi altrettanto per il Primario di psichiatria.

Grazie ad amicizie e intrallazzi vari, c'è chi riesce a godersela, anche in mezzo alle peggiori guerre. Il padre di Marco aveva gli amici giusti, i genitori di Luca avevano gli amici giusti. Gente normale, facce normali. Luca era, è, sarà troppo brutto pure per avere amici, lui ha avuto.... i nemici, tanti, tutti, solo per la sua faccia. E nessun onore. Neanche una sex doll per " lui ".

E' meglio per chi è "finita"... O per chi non è mai... " iniziata " ?

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