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Le poesie del Possessore ( con analisi del testo ) no. 2 - " Senza Figa "

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    Saverio96
    Post: 1.335
    Città: MILANO
    Età: 27
    Sesso: Maschile
    00 03/08/2019 01:29


    Senza Figa.
    Tu passi la tua vita.
    Senza un attico, nè un conto da emiro,
    ti vai a segare. E sei brutto da vomitare.
    E non hai mai vissuto.
    Senza figa.
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    Saverio96
    Post: 1.335
    Città: MILANO
    Età: 27
    Sesso: Maschile
    00 03/08/2019 01:45
    Questa breve lirica parla della mancanza di compagnia femminile negli uomini che non hanno nulla da offrire: né beni immobili di pregio, né elevate disponibilità economiche liquide, né tantomeno possono compensare con la propria bellezza, anzi sono pure brutti. Questa combinazione di povertà, basso o nullo status sociale e bruttezza conduce fatalmente a non vivere la propria vita.

    E non sembra esserci rimedio, a meno ovviamente di avere i soldi.

    Il componimento si articola su una riflessione ermetica, dolorosa, il cui incipit è anche il verso di chiusura della poesia secondo la figura retorica dell'anafora, che consiste nel ripetere la stessa parola all'inizio della frase. L'anafora così come l'epifora sono figure caratteristiche della deprecazione, della preghiera e dell'invocazione, in cui la domanda o l'assunto viene rafforzato dalla ripetizione. Si riscontrano anche le figure retoriche dell'assonanza ( -ico, -iro - attico, emiro ) e la rima baciata ( -are, segare-vomitare ).

    L'autore vuole esprimere dolore ma anche dare una "ricetta per il successo", che consiste nel poter ovviamente riuscire ad essere nelle condizioni umane opposte a quelle descritte nel canto, o quantomeno avvicinarvisi, ma tutto è davvero negato senza appello e definitivamente se si accosta la bruttezza a quella mancanza di risorse che, a primo acchito, non rappresenterebbe invero un ostacolo reale all'amore. Solo la bruttezza condanna, invero.